Won't Back Down - Una scuola per Malia


Un'insegnante ed una ragazza madre, di giorno impiegata in una rimessa di auto e la sera barista,  sono entrambe madri di due bambini dislessici ed in una scuola in cui i professori non si impegnano al massimo per essere dei bravi insegnanti per i loro allievi. Il sistema scolastico è ormai alla deriva, niente funziona più come dovrebbe, e i loro due figli fanno molta difficoltà ad apprendere. Decidono così di unirsi in una lotta che tenterà di sensibilizzare il quartiere in cui vivono e a migliorare l'operato scolastico.

Il problema della scuola è una tematica cara un po' a tutti. In Italia abbiamo una situazione che definire disastrosa significherebbe prenderci in giro. Ancora di più ci si sente chiamati in causa quando si pensa a tutti quei professori che hanno sempre sognato di passare il resto della loro vita a tramandare le proprie conoscenze a nuovi allievi, a nuove generazioni. Ma, in realtà, quanti sono veramente i professori che fanno questo mestiere con questa sola motivazione? Nella mia carriera da studentessa, e ancora adesso in università, mi sono imbattuta, come molti di voi, in pochissimi professori che ancora amano quello che fanno e mettono l'anima ogni giorno nell'insegnamento, e poi, la maggior parte, in professori che si limitavano a sedere alla cattedra, leggere paro paro il libro di testo definendola "spiegazione" ed aspettare la fine della lezione che l'avrebbe finalmente salvato da quel calvario. 
Le due madri di cui racconta questo film, con due figli con problemi nell'apprendimento, sono preoccupate che le basi che vengono imposte ai loro figli siano insufficienti per un avvenire di successo. Prendono in mano la situazione, come dovremmo fare anche noi qui, dove le scuole ci cadono addosso, e provano a prendere possesso della scuola in modo tale da salvare il futuro dei più piccoli.
                           

Adoro Maggie Gyllenhaal (come anche suo fratello) con il suo sorriso contagioso ed i suoi sguardi magnetici, e non mi dispiace la Devis. Il messaggio che si vuole trasmettere, di non mollare mai il proprio obbiettivo e di provare a farsi sentire è qualcosa che in America ripropongono molto spesso ma che alla fine funziona sempre. 
Quest'opera, a parte due attrici molto coinvolgenti ed una trama si e no interessante, non ha molto altro; è sempre la solita minestra riscaldata che piace molto al pubblico, con una causa comune, delle situazioni personali problematiche e la tanta voglia di fare che diventa contagiosa e finisce per trionfare all'ultimo come se nessuno se l'aspettasse. 
Sono quelle classiche pellicole che riescono ad intortare moltissime persone che magari non hanno idea della facilità e del poco impegno con le quali vengono prodotte, oppure perché sono perfette se per una sera non hai voglia di intrattenerti con qualcosa di estremamente impegnativo. 
Per la cronaca, il regista, è Daniel Barnz, regista del film appena uscito Cake di cui ho sentito parlare non troppo bene ed è la persona che secondo me ha tutte le colpe di questo sfacelo, perché entrambe le attrici hanno dato prova di essere due bravi attrici.
In pratica, avremmo bisogno di più persone che la pensano come queste due madri esemplari e di meno pellicole di questo genere, che se proprio dobbiamo cercare un capro espiatorio per questa "morte del cinema" di cui molti parlano oggi, la si dovrebbe proprio a queste produzioni perditempo e mangiasoldi. Detto questo, liberissimi di continuare ad amare questo genere. Io, personalmente, non lo reputo cinema ma al massimo televisione. 

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