The Danish Girl


Einer Wegener, pittore danese dei primi anni del '900, ha vissuto una vita molto complicata.
Sposato con Gerda, ad un certo punto del loro matrimonio Einer capisce che qualcosa è cambiato, che non può più reprimere la verità che racchiude nel suo cuore, e da vita a Lili, la parte femminile di sè.

Ogni anno gli Oscar puntano a sensibilizzare su alcune tematiche della nostra moderna società; quest'anno, ad esempio, ci sono stati due film incentrati sulla violenza sessuale, Room e Il caso Spotlight, che hanno entrambi avuto esiti positivi, e come gli anni scorsi, si è voluto sempre ricordare la lotta contro il razzismo, con le battute/non battute del presentatore, Chris Rock, e l'omofobia con The Danish Girl e con il breve ma efficace discorso di ringraziamento di Sam Smith dopo la sua vittoria per miglior canzone.
Purtroppo si, bisogna continuare a sensibilizzare il pubblico su queste tematiche perchè sono ancora tanti, troppi i casi nel mondo in cui non si sono ancora estinte certe divergenze sociali, e gli Oscar sono un po' un'arma a doppio taglio; diciamoci le cose come stanno, pochi oggi sono i registi che (in vista degli Oscar o di altri riconoscimenti) fanno ancora cinema per il gusto disinteressato di raccontare una storia nel miglior modo possibile. L'Academy preferisce certe tematiche più delicate, anche da proporre come veicolo al pubblico e documentarlo, certamente, ma si scelgono le tematiche anche (e soprattutto) in vista di una premiazione, e si sa, malattia, razzismo ed omofobia sono i prescelti.


La mia sensazione in questo discorso è quella che The Danish Girl sia stato il film più veicolato dell'anno, buonista, forse troppo e in un'altra situazione, con una regia più attenta, sarebbe potuto essere un gran bel film proprio perchè la storia vera dal quale si ispira è a dir poco straziante e, anche se non si è direttamente coinvolto nella questione, è talmente ben interpretato da riuscire comunque a ferirti.
A parte questo suo lato un po' furbetto e, come ogni anno, poco piacevole, The Danish Girl segna un punto a suo favore: Eddie Redmayne. Può non piacere a tutti, ma è indiscutibile che sia uno degli attori del momento che più si dedica a quello che fa, per riuscire al meglio nei suoi ruoli e non tradire la fiducia riposta nei suoi personaggi.
In un'intervista lessi che prima con l'interpretazione di Stephen Hawking, e poi con quella di Einer Wegener, Eddie ha percepito l'importanza e l'onore di poterli rappresentare, ma anche la responsabilità che ne comportava. Si parla comunque di due personaggi che fanno a modo loro la storia e rappresentano da una parte la comunità delle persone malate di SLA e dall'altra l'intera comunità transgender. Eddie in entrambi i casi, ha studiato affondo le due realtà, in prima persona, portando a segno due interpretazioni memorabili e che hanno lasciato il segno.
Affiancato comunque da una bravissima attrice, Alicia Vikander, che per questo ruolo la notte scorsa ha vinto l'Oscar, senza la quale il film non sarebbe stato lo stesso, una perfetta spalla per un ruolo tanto complicato come quello di Eddie.


Il resto lascia un po' a desiderare. C'era da ringraziare in una così complessa trama, piena di dolore, sofferenza, perchè è stato tecnicamente svolto con poca cura. E' evidente un'enorme divario tra le tempistiche con cui sono state trattate la prima e la seconda parte, rispettivamente una molto lunga e l'altra quasi abbozzata e frettolosa, la visione d'insieme è comunque troppo poco fluida e finisce per annoiare spesso e volentieri, benchè la trama colpisca non poco, ma non sempre basta.
La fotografia è stata molto curata, quasi come se le inquadrature fossero di per sè dei quadri, ma tralasciando interpretazioni e fotografia manca la cura nei dettagli, molto semplicemente hanno scritto la storia senza pensare a come scriverla. Il risultato è troppo squilibrato e sa del solito drammone fine a se stesso pur raccontando una storia che forse non tutti conoscono e che da un'idea del trauma psicologico della comunitá gay e transgender.

Commenti

  1. Mi è piaciuto molto. Certo, molto americano. Certo, da lacrima facile. Però, se una storia così non mi avesse commosso, non la avrei considerata pienamente messa a fuoco. I due bravissimi. Meritata vittoria per Alicia, e io tifavo assolutamente per Redmayne, non per il rantolante DiCaprio. ;)

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    1. Nemmeno io tifavo per DiCaprio, ma forse preferivo Fassbender anche per una questione di anzianità con Redmayne, ma comunque buonissime entrambe.
      Io mi sono commossa poco anche se mi ha coinvolta lo stasso, sono sensibile alla tematica, ma se ti devo dire credevo che mi avrebbe presa molto di piú e invece la trovo una scelta di trattarlo molto anonima.

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  2. Abbiamo pubblicato la recensione quasi in contemporanea! :)
    E forse la tua è più giusta e equilibrata. Io gli ho dato una stellina (o robottino :) ) in più, perchè giudico i film prima col cuore che con la testa: a me, emotivamente, questo film ha colpito molto... pur riconoscendogli tutti i difetti che, giustamente, gli attribuisci (patinato, ruffiano, buonista) e che, per inciso, non mi avevano fatto amare nessuno dei film precedenti di Hooper, devo dire che questo funziona maledettamente bene! Mi sono emozionato e coinvolto, dall'inizio alla fine.

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    1. Uuh allora se non sono ancora passata perdonami, in questi giorni sono un po' incasinata. Comunque ti ringrazio, hai sempre delle belle parole per me, e in genere anche io vado di slancio e di cuore, ma a parte avermi coinvolta per la sua storia, credo che lo avrebbero potuto trattare in modo diverso, mi sono sentita molto piú pubblico di altre volte con altri film. E la cosa mi dispiace molto.

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  3. Ti dirò, mi ispira poco, nonostante nel mio piccolo mia sia anche attivato per la questione che tratta :/ poi Redcoso mi sembra ormai specializzato in ruoli del genere.
    Prima o poi dovrò vederlo per dovere morale.

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    1. Si Eddie è molto portato e anche la sua femminilità innata lo aiuta molto. Si è impegnato un sacco e si è visto, peró mi aspettavo di piú, non saprei dirlo diversamente.

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  4. siamo sulla stessa linea infatti...

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