Deepwater - Inferno sull'oceano


Anche questo disastro ambientale è diventato un film, venendo in qualche modo strumentalizzato ed onorando in minima parte le vittime e gli eroi della vicenda. 
Si sta parlando dell'incendio scoppiato nell'aprile del 2010 sulla Deepwater Horizon, piattaforma petrolifera semi-sommergibile che si trovava nel Golfo del Messico e nel cui rogo morirono 11 persone e 17 rimasero ferite.

Non era mia intenzione andare a vederlo in realtà, ma circostanze hanno voluto che mi trovassi al cinema in uno dei mercoledì a 2 euro (lodato/dannato l'ideatore dell'iniziativa) e trovassi tutti gli spettacoli dopo le 22:30 esauriti tranne una ventina di posti proprio per questo titolo. Non ho mai visto tanta gente al cinema come quella notte, non ci si poteva letteralmente muovere!
Fatto sta che l'ho visto, sul lato estremo della prima fila (quella talmente avanti e laterale che curva anche un po', per rendere l'idea), ma l'ho visto e, non so se per colpa di ore di sonno arretrate o un continuo intorpidimento del collo dovuto alla posizione innaturale con la quale ero volta verso lo schermo, ma l'ho trovato abbastanza piacevole.


Certamente, nulla di nuovo, le premesse sono sempre le stesse; il marito lascia a casa la moglie in seguito disperata per la notizia dell'incidente, i soliti umani conflitti tra il personale responsabile della piattaforma, l'antieroe di turno interpretato da Mark Wahlberg ed è un classico film d'azione americano, ma probabilmente meno buonista del solito, più propenso a sottolineare lo sbaglio commesso dall'avidità dell'uomo e dalla sua poca attenzione verso il prossimo ed il menefreghismo verso la salvaguardia dell'ambiente.
Tutto scorre liscio come l'olio, senza sorprese o particolari colpi di scena anche con una certa prevedibilità, ma scorre deciso, senza esitazioni o senza soffermarsi eccessivamente su dettagli tecnici che non avrebbero interessato il pubblico, mettendo un po' tutti d'accordo, anche chi, come me, non era al cinema per vedere questo film quella sera.


Coinvolgente al punto giusto, mantiene sempre un buon ritmo, forse il difetto più marcato è quello di non avere una grande presa emotiva sui personaggi che rimangono un po' tutti distaccati dallo spettatore, sembrando quasi più corale e facendoci temere per la vita di quei lavoratori in generale, sospesi sopra il livello del mare in un vero e proprio inferno.
Detto questo, per la mia esperienza, anche a distanza di una settimana dalla visione, rimane un film drammatico piacevole per una serata ma che non lascia molto a distanza di tempo, tende ad essere dimenticato velocemente come molti altri film del genere.

Commenti

  1. Un gran bel prodotto d'intrattenimento, fortunatamente non fine a se stesso ma anche con una certa riflessione di fondo molto importante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, anche se devo dire che a me il momento di riflessione è arrivato più che altro alla fine, nella scena dell'appello, e ovviamente nei titoli di coda.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Soul - E si torna a vivere

Notte Horror 2017: La zona morta

Le novità al cinema di aprile 2015